venerdì 23 settembre 2016

Le basiliche paleocristiane di Cimitile. La devozione come arte attraverso i secoli

 




"Le cimitiére de Nola [...] un centre privilegié
ou se rencontraient les influences les plus diverses."

Emile Bertaux

   Nell'area dell'agro nolano, a pochi chilometri dalla città di Napoli, sorge uno dei siti archeologici cristiani fra i più interessanti del territorio campano: il complesso basilicale di Cimitile.
La sua origine è legata al provvedimento imperiale adottato da Augusto che procedé alla lottizzazione dei territori posti a nord di Nola da assegnare ai suoi veterani. A seguito di tale intervento, nell'area sorsero ville, intervallate dal consueto sistema viario articolato in decumani e cardi. Con la nascita di questo nuovo abitato, tra il II ed il III sec. d.C. iniziò a svilupparsi un'area sepolcrale, lungo l'asse viario nord-sud, costituita da tombe in laterizi e mausolei pagani.
A partire dal III sec. questo luogo principiò ad assumere un ruolo fondamentale per la comunità cristiana locale, e non solo. Il 14 gennaio di un anno imprecisato del 200 d.C, veniva qui sepolto Felice da Nola, sacerdote cristiano (da non confondere con l'omonimo vescovo di Nola, martire del I sec. d.C.).
A Felice spettò il compito di reggere la cattedra vescovile di Nola durante l'assenza del suo titolare Massimo, negli anni della persecuzione contro i cristiani promossa dall'imperatore Decio (201-251).
Se i resti di san Felice trovarono, inizialmente, riposo presso una semplice sepoltura in laterizi con cuscino funebre, la devozione verso la sua memoria assunse ben presto i caratteri di una vera e propria venerazione: tra i fedeli andò diffondendosi il desiderio di essere sepolti accanto al santo, cosa che portò ad un incremento di inumazioni concentrate attorno la tomba di Felice.
Dopo l'editto di Milano, nel 313, con il riconoscimento del principio della libertà di religione concessa a tutti i cittadini dell' Impero, il culto per la tomba del santo nolano trovò piena espressione in una serie di ampliamenti dell'area ed edificazioni di strutture che potessero degnamente custodirne le mortali spoglie. Il vescovo Paolino da Nola (355-431), già governatore della Campania, attuò a Cimitile una vera e propria renovatio dell'area cimiteriale fomentando il culto di san Felice e concorrendo a fare di questo luogo meta di pellegrinaggio. Per suo volere la tomba del santo venne recintata da lastre marmoree e si provvide a realizzare una basilica, detta nova, per differenziarla dalla precedente.

Nel corso dei secoli il coemeterium, da cui probabilmente derivò il nome di Cimitile, subì trasformazioni ed ampliamenti, continuando ad ospitare sepolture, tra cui quelle dei vescovi di Nola e a costituire luogo di pellegrinaggio per i credenti. Su un'estensione di circa 9000 mq, tra l'età paleocristiana e medievale sorsero ben sette edifici di culto, gravitanti intorno alla tomba di Felice e tutti con l'ingresso rivolto a questa. 

La visita al complesso ha inizio dalla basilica di san Tommaso. A sinistra della facciata, dal tetto a spiovente, si erge il campanile con copertura a bulbo, mentre sul lato destro sono ancora osservabili una vasca, probabilmente utilizzata per la conservazione di vino o olio e dei dolia, affioranti dal terreno, anch'essi destinati a contenere derrate alimentari.



La chiesa di san Tommaso, databile tra il VI ed il VII sec., si presenta a navata unica con copertura a capriate. Più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, al di sotto del piano di calpestio, è possibile ancora oggi scorgere, attraverso delle grate poste sul pavimento, le antiche sepolture che qui si concentrarono: gli scavi archeologici hanno avuto modo di mettere in luce alcune tombe con corredo, databili tra VI e VII sec. Dell'antica decorazione interna, riconducibile ad epoca medievale, rimane traccia nelle sezioni superstiti di affreschi sulla parete sinistra in prossimità dell'abside, dove si conservano i volti di alcuni santi.

Basilica S. Tommaso. Particolare
Lasciata la chiesa di san Tommaso, il percorso tocca i resti della necropoli risalente al II-III sec. d.C. Protetta da una tettoia ed articolata in più ambienti comunicanti, la vecchia necropoli affianca la cappella dei SS. Martiri.
Edificata per volere del vescovo Leone III, tra il IX-X sec. su un precedente edificio risalente al III sec., l'accesso alla cappella avviene attraverso un protiro con volte a botte sorretto da due mensole su cui è possibile ancora leggere l'inscrizione che rimanda al committente (LEO TERTIVS EPISCOPVS FECIT). Le due mensole, interessanti per l'iscrizione che recano, poggiano su elementi non meno degni di nota, almeno dal punto di vista artistico: due pilastrini ornati a losanghe e motivi vegetali che richiamano lo stile bizantino reggono due capitelli corinzi creando un insieme raffinato ed estremamente interessante. Completa la decorazione dell'ingresso la lunetta del protiro, dove, sebbene sbiadita dal tempo, vi è decorata l'immagine della Vergine con due angeli.


Protiro di Leone III
Cappella dei Ss. Martiri. Particolare dell'inscrizione del protiro


Scesi alcuni gradini ci si ritrova finalmente nella cappella, uno degli ambienti più interessanti dell'intero percorso. Qui vennero ritrovati due arcosoli riconducibili al precedente mausoleo raffiguranti i progenitori Adamo ed Eva e Giona gettato in mare (quelli qui esposti sono copie, mentre gli originali sono conservati all'interno dell'area museale del complesso).


Interno della cappella dei Ss. Martiri

La cappella,  con soffitto voltato a crociera,  venne interamente affrescata ai tempi della sua realizzazione, ospitando al suo interno scene della Passione di Cristo (X sec.), ed immagini di santi ed angeli. Sulla parete sud del vano si aprono, ai lati dell'abside, due nicchie in cui sono raffigurati rispettivamente sant'Eusebio e la Maddalena (XIII sec.).


Cappella dei Ss. Martiri. S.Eusebio


Cappella dei Ss. Martiri. La Maddalena

La basilica di san Felice, fulcro materiale e spirituale del complesso, rappresenta l'espressione della stratificazione susseguitasi nell'arco dei secoli che ha dato luogo ad un edificio che nel suo complesso accorpa elementi di epoche e stili differenti. Entrando nella basilica attraverso un portale con architrave decorato a motivi vegetali datato tra il IX e il X sec., si accede all'atrio della basilica in cui è possibile scorgere già le prime tracce di decorazione pittorica qui conservate. Sulla parete sinistra un albero di Jesse, risalente al XII-XIII sec. è affiancato dalle immagini dei santi Giorgio, Giovanni Battista e Nicola, realizzati intorno alla metà del XIII sec.


Ingresso alla Basilica di S.Felice
                                                                             
Basilica di S.Felice. L'Albero di Jesse
                                                                           
Sulla parete di fronte, un arcosolio, scavato nella parete, ospita, affreschi del XIII sec.: un Cristo, con nimbo gemmato, assiso in trono tra la Vergine e S. Giovanni, occupa la parte centrale della decorazione, mentre di ciò che resta della parte inferiore è possibile riconoscere due religiosi. 
La scena continua nell'intradosso di sinistra dove è raffigurata una processione di chierici sovrastati da un angelo, di maggiori dimensioni, recante un incensiere finemente cesellato. La decorazione dell'intradosso dell'arcosolio è completata un Agnus Dei, posto in corrispondenza del Cristo e circondato da angeli.

Arcosolio nella basilica di S. Felice
                                                                           
Basilica di S. Felice. Particolare della decorazione dell'arcosolio
                                                                               
Agnus Dei

Oltrepassato il protiro realizzato per volere di Leone III, si accede al presbiterio, dove si ritrovano resti di sepolture risalenti al II-III sec. d.C.
In quest'ambiente, sulla parete di un vano laterale, si conserva una Trinità Eucaristica (X sec.) dove è osservabile l'immagine di Cristo ripetuta per tre volte.


Presbiterio

Basilica S. Felice. Trinità Eucaristica

Dal presbiterio si accede al vano con edicola mosaicata, dove in origine era conservato il corpo di san Felice. L'edicola, decorata a mosaici, venne realizzata tra il VI ed il VII sec. A pianta quadrata con tre archi a tutto sesto per lato, sostenuti da colonne e capitelli di spoglio, presenta nella parte superiore i resti di un mosaico dove prevalgono temi vegetali ed animali completati da un'iscrizione che ricorda i miglioramenti apportati all'ambiente, il tutto utilizzando prevalentemente tessere di colore blu, oro, rosso e verde.


Edicola mosaicata ed originaria sepoltura di S. Felice

A sinistra dell'edicola, in un piccolo vano voltato, si apre il Sancta Sanctorum, dove, sebbene in stato conservativo non eccellente è ancora possibile leggere i resti di una decorazione pittorica in cui compaiono diverse scene fra cui probabilmente una consacrazione.


Sancta Sanctorum

Superata l'edicola mosaicata, è possibile raggiungere i sotterranei, attualmente parzialmente adibiti ad area espositiva, dove trovano locazione i reperti rinvenuti in loco durante le campagne di scavo.
Aggirandosi per questi ambienti, oltre a ritrovare vani sepolcrali, si raggiungerà la cappella di san Calionio, anch'essa recante tracce di decorazioni pittoriche d'epoca medievale, tra cui un velario e le immagini dei santi Felice e Paolino. Fra questi cubicoli si conserva un ambiente che la tradizione vuole legato alla storia del martirio di san Gennaro: in uno dei vani infatti si conservano quelli che sono ricordati come il carcere e la fornace in cui il patrono di Napoli subì uno dei martiri sotto l'imperatore Diocleziano.

Lastra marmorea con pavoni affrontanti provenienti
dal pulpito della basilica di S. Felice (XII sec.)

Transenna marmorea proveniente dalla basilica di S. Felice (IX-X sec.)

Transenna con grifoni affrontanti

Accanto alla basilica di san Felice, sorge la piccola cappella dedicata a santa Maria degli Angeli. Della decorazione di quest'ambiente si conserva una Madonna col Bambino e due angeli risalente al XVI sec.

Santa Maria degli Angeli. Affresco

La basilica di san Giovanni, eretta  agli inizi del V sec. per volere di Paolino di Nola, era in origine di dimensioni più vaste rispetto all'attuale. Sensibilmente ridimensionata, oggi presenta un'ampia abside (nella cui fascia inferiore è ancora ravvisabile parte dell'apparato di rivestimento marmoreo) affiancata da due vani a pianta centrale. Anche qui si conservano tracce, seppur labili, di una decorazione pittorica, di cui, nella cappella destra sono ravvisabili le immagine della Vergine col Bambino e di alcuni santi.


Interno della basilica di S. Giovanni

Basilica di S. Giovanni. Particolare degli affreschi

La visita al sito si conclude nella basilica di santo Stefano: a navata unica terminante in un'abside semicircolare, al suo interno si osserva il riutilizzo di materiale di spoglio come le colonne scanalate con capitelli dell'arco trionfale e trecce di labili affreschi. Concentrate nel vano absidale ancora sepolture a testimonianza dell'importanza di farsi inumare in questo luogo.


Interno della basilica di S. Stefano

Il complesso basilicale di Cimitile rappresenta una realtà storico-artistica di fondamentale importanza nella ricostruzione delle vicende della cristianità non solo dell'entroterra napoletano ma dell'intera Campania.
Nel corso dei secoli, questo territorio si è spesso venuto a trovare, sia geograficamente che politicamente, sospeso tra realtà culturali ed amministrative differenti i cui elementi stilistici hanno converso verso quest'area dando luogo ad episodi artistici vivaci e degni di nota, come gli affreschi conservati presso le basiliche di Cimitile dimostrano. La descrizione fin qui offerta non esaurisce tutto quello che il sito può offrire, ma vuole costituire un incentivo alla visita di un luogo la cui storia presenta molteplici ed inaspettate sfaccettature...


Cappella Ss. Martiri. Angelo

Complesso Basilicale Paleocristiano: Via Madonnelle, Cimitile- Napoli.

Bibliografia
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