sabato 26 novembre 2016

Tempio di Portuno, Santa Maria di Secundicerio, Santa Maria Egiziaca. Un edificio dalla storia millenaria







Portunalia dicta a Portuno,
cui eo die aedes in portu Tiberino facta et feriae institutae.

Marco Terenzio Varrone, De lingua latina



   Una delle sfide più impegnative che si presenta a chi voglia visitare la Roma monumentale consiste nel cercare di accumulare il maggior numero di siti da visionare nel minor tempo possibile. Un approccio distratto e frettoloso che porta spesso il visitatore a correre da un museo all'altro senza prestare troppa attenzione a quanto incontra lungo il proprio tragitto. Pochi sono coloro che recandosi nel Foro Boario, per l'immancabile foto alla Bocca della Verità, nel portico dell'antica basilica di Santa Maria in Cosmedin, dedicano più di un rapido sguardo ai due templi presenti nella piazza: il tempio a pianta centrale dedicato ad Ercole Vincitore e quello poco distante intitolato al dio Portuno.

Stretto tra i colli dell'Aventino, del Campidoglio e del Palatino ed affacciato sulla riva sinistra del fiume Tevere, il Foro Boario ha rivestito un ruolo determinante fin dagli albori della città. Emporio posto all'incrocio di due importanti tracciati commerciali, quali il Tevere e la strada che collegava l'Etruria alla Campania, in quest'area vennero edificati i primi edifici sacri già sotto Servio Tullio.


Il Ponte Emilio

La costruzione del vicino Ponte Emilio, avvenuta nel II sec. a.C ed attribuita ai censori Marco Emilio Lepido  e Marco Fulvio Nobiliore, portò ad una risistemazione dell'area del Foro Boario: il tempio di Portuno - divinità arcaica romana e nume tutelare delle porte e dei passaggi, la cui festività ricadeva il 17 agosto, occasione in cui avevano luogo i Portunalia- era posto a ideale custodia dello scalo fluviale. Edificato in età repubblicana (IV-III sec. a.C.) e più volte rimaneggiato nel corso dei secoli, l'edificio pseudoperiptero ionico tetrastilo - la facciata del tempio presenta quattro colonne mentre la cella interna incorpora il restante colonnato - è scampato alla distruzione dei secoli grazie alla conversione da tempio pagano in chiesa cristiana, avvenuta nel corso dell' IX sec. d.C.
Durante il pontificato di Giovanni VIII (872-882), un ricco ed influente committente, Stefano secundicerio -giudice palatino- della corte papale, si faceva carico di emendare l'antico tempio pagano per dedicarlo alla Vergine: il tempio di Portuno veniva trasformato nella chiesa di santa Maria di Secundicerio. 
Scarse sono le informazioni relative a questa fase di transizione dell'edificio, il nome stesso del committente è noto solo grazie a  due epigrafi, oggi perdute - ma il cui testo trascritto è giunto fino a noi- in cui il nobile Stefano è indicato come promotore dei lavori di riconversione. Nel corso dei secoli, la chiesa di santa Maria di Secundicerio arrivò a rivestire una rilevanza tale che in occasione della piena del Tevere del 1230, il biografo pontificio, Bernardo Guidone, ricordava i danni derivati da questa al ponte Emilio citandolo come "...pontem autem Sanctae Mariae...", a testimonianza di quanto il vicino tempio cristiano rappresentasse un punto di riferimento per la collettività romana.
Se le notizie circa la sua committenza sono lacunose, i resti degli affreschi, conservati al suo interno, permettono di ricostruire idealmente la ricchezza del progetto iconografico e i richiami stilistici che ne sono alla base. Le scene, che oggi è possibile osservare all'interno della cella, vennero riportate parzialmente alla luce tra il 1921 ed il 1925, in occasione dei lavori condotti dallo storico dell'arte Antonio Munoz, che intraprese interventi di recupero delle strutture originarie del tempio. Celate per secoli dagli apparati decorativi installati nella chiesa durante il '500, le pitture superstiti -una superficie di circa 14 mq- sono incentrate sulle vicende della vita di Maria ed è più che probabile che si sviluppassero lungo tutte le pareti interne, articolate in registri sovrapposti da leggere in senso orizzontale. Opera probabilmente di artisti romani, gli artefici delle decorazioni dovevano avere piena consapevolezza delle esperienze maturate a Roma in campo musivo pur dimostrando un'apertura stilistica verso influenze esterne. In uno dei registri superiori si sviluppavano le storie dei SS. Gioacchino ed Anna e gli episodi dell'infanzia di Maria, tratte dai Vangeli Apocrifi, mentre poco distante veniva raffigurato uno degli episodi di maggior rilievo quali la Dormitio Virginis, estratto dal Vangelo di S. Giuseppe d' Arimatea:  Maria, semidistesa su un giaciglio attende la morte, mentre il Cristo fa discendere su di lei un sonno profondo che precederà la sua ascensione al cielo.


Dormitio Virginis

I riquadri appaiono incorniciati da bande decorate con dischi al cui interno sono racchiusi motivi vegetali e volti, che rappresentano un motivo costante delle pitture superstiti.


Scene della superstite decorazione pittorica


Scene della superstite decorazione pittorica. La sezione superstite
corrisponde all'area parietale ricoperta dai pilastri cinquecenteschi

Alle storie della vita di Maria si aggiungono le vicende di S. Basilio e di S. Maria Egiziaca, decorazione quest'ultima fatta risalire al XV sec. e legata probabilmente alla nuova titolazione dell'edificio che venne conservata fino al 1916. Molti sono gli storici concordi nel ritenere che la scelta della nuova dedica ricadesse sulla santa originaria di Alessandria - la cui vita era stata costellata da eccessi e dissolutezze prima della sua conversione al cristianesimo- per la presenza nell'area del Foro Boario, di numerosi lupanari, che sorgevano in zona già in epoca augustea.

 Nel 1571, il pontefice Pio V (1504- 1572) affidò Santa Maria Egiziaca ai monaci armeni che fino ad allora avevano detenuto la chiesa di S. Lorenzo. Tale mutamento s'inseriva nel piano di realizzazione del ghetto ebraico di Roma, nel cui perimetro l'edificio di S. Lorenzo si sarebbe venuto a trovare. Molte furono le trasformazioni subite da Santa Maria Egiziaca durante i secoli che precedettero la sua definitiva sconsacrazione, avvenuta nel 1916. L'interno, oltre ad essere rivestito da apparati decorativi, la cui installazione contribuì in parte alla salvaguardia di alcune sezioni pittoriche risalenti al X sec., conservava anche una tela di Federico Zuccari raffigurante Santa Maria Egiziaca.
A seguito della sua sconsacrazione, e della sua acquisizione da parte dello stato nel 1959, il  tempio di Portuno è stato oggetto di diverse campagne di scavo e restauro. L'ultimo in ordine di tempo guidato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma con la partecipazione del World Monumets Fund, iniziato nel 2006 si è concluso nel 2008.


La chiesa di santa Maria Egiziaca- Incisione di Giovan Battista Piranesi- XIX sec.


Il Tempio di Portuno è visitabile ogni prima e terza domenica del mese dalle ore 9 alle 12.
Indirizzo: Via Luigi Petroselli (angolo via Ponte Rotto), Roma.


Bibliografia
Adam J-P.- Le Temple de Portunus au Forum Boarium- Roma, 1994.
Astolfi F.- Il Tempio di Portuno- Roma, 1998.
Coarelli F.- Il Foro Boario. Dalle origini alla fine della Repubblica -Roma, 1988.
Del Buono G.- Giovanni VIII e le pitture di S. Maria di Secundicerio a Roma: realizzazione artistica di un progetto ecumenico- Roma, 2010.
Hulsen C.- Le chiese di Roma nel Medioevo- Firenze, 1927.
Krautheimer R- Architettura sacra paleocristiana e medievale e altri saggi sul Rinascimento e Barocco- Torino, 1993.
Lafontaine- Desogne J.- Peintures medievales dans le temple dit de la Fortune Virile à Rome- Bruxelles- Roma, 1959
Lanciani R.A.- Roma pagana e cristiana. La trasformazione della città attraverso i secoli, dai temple alle chiese, dai mausolei alle tombe dei primi papi- 1892.
Leoni B.- Il ponte Emilio- 2013.
Munoz A.- Il restauro del tempio della "Fortuna Virile"- Roma, 1925.