sabato 12 marzo 2016

L'antica Cora









"Mira che gioventú, mira che forze

mostran, solo a vederli. 

Appo costoro

quei che son là di quercia inghirlandati,

di Gabi, di Nomento e di Fidene

parte propagheranti il picciol regno,

parte su' monti il tempio ti porranno

d'Inúo, e la terra che da lui dirassi,

e Collazia e Pomezia e Bola e Cora;

ché questi nomi allor quei luoghi avranno

ch'or ne son senza." 


Eneide, canto VI



 Così, Virgilio affidava alle profetiche parole d'Anchise, la storia della mitica fondazione degli antichi e più vivaci centri del basso Lazio che avrebbero visto le loro vicende dipanarsi attraverso i secoli. Fra questi l'antica Cora, oggi Cori, colonia latina in terra dei Volsci.



Carta del basso Lazio (part.) presso la Galleria delle carte geografiche-
Roma, Musei Vaticani

Percorrendo il tragitto che dalla statale Pontina attraversa la cittadina di Cisterna, fra salite circondate da uliveti, si raggiunge l'antico abitato di Cori, posto su di un'altura affacciata sull'Agro Pontino.

Dominato alla sommità dai resti del tempio d'Ercole (II sec. a.C.), il centro storico conserva i tratti dell'assetto urbanistico medievale, dove caratteristiche stradine e scorci panoramici contribuiscono a renderlo un luogo tipico con i suoi siti d'interesse storico ed artistico.

La chiesa ed il convento di Sant'Oliva- oggi sede del Museo della Città e del Territorio- sono sicuramente fra i luoghi più rappresentativi del comune di Cori, sia per la posizione rilevante all'interno del contesto urbano - posti su di una piazza dal suggestivo affaccio panoramico- sia per l'uso sacrale dell'area perpetratosi nei secoli: la struttura medievale di Sant'Oliva, infatti, venne innalzata nel XII sec. sui resti di un precedente edificio sacro che alcuni vorrebbero intitolato al dio Giano.
Il campanile medievale è uno degli elementi caratterizzanti la facciata della struttura su cui si aprono i portali della basilica di Sant'Oliva e dell'attigua, ad essa comunicante, cappella del SS. Crocefisso.



Facciata della chiesa di S.Oliva


Dedicata ad Oliva di Anagni, santa vissuta nel V sec., la chiesa si articola in tre navate coperte da volte a crociera ogivale, in cui è stato fatto largo uso di materiali di reimpiego, quali colonne, capitelli e materiali lapidei, attinti da antichi siti.



Interno di S.Oliva

L'interno della chiesa, di austera semplicità, intervallato dalle massicce colonne, presenta alcune decorazioni pittoriche riconducibili a differenti periodi. Sull'altare si conservano i resti di un affresco databile alla fine del '400 con S.Oliva tra S. Agostino e Santa Monica.


Altare di S.Oliva

Queste non rappresentano però le tracce pittoriche più antiche osservabili all'interno.
Nella volta della prima navata destra compare infatti l'immagine di Cristo Pantocratore, su fondo blu circondato dalle figure dei quattro evangelisti, per i quali è stata avanzata una datazione che non supera la prima metà del XV secolo.


Cristo Pantocratore

Accanto la chiesa, separata da arcate, si apre la cappella del SS. Crocefisso, a navata unica, la cui volta a botte appare come un tripudio pittorico su cui si dispiegano storie vetero e neo testamentarie e che rappresenta l'elemento di maggior attrattiva del vano, nonostante la presenza della decorazione absidale con Apostoli e l'Incoronazione della Vergine e la parete di controfacciata, anch'essa completamente decorata, con scene del Giudizio Universale.



Cappella SS. Crocefisso


Cappella SS. Crocefisso



Edificata tra il 1467 ed il 1480, la cappella e l'annesso convento agostiniano rappresentano l'apice del programma architettonico promosso a Cori da Ambrogio Massari, generale dell'ordine degli Eremitani e nativo del luogo. La sua dedizione nel perpetrare l' impresa si tradusse non solo nella ricerca di appoggi nelle alte sfere ecclesiastiche, concretizzatasi nel sostegno espresso dal mecenate cardinale Guillaume d'Estouteville, ma si espresse anche nel vivo slancio che l'accompagnò nel curare le problematiche legate alla realizzazione della fabbrica. A Cori poté prendere forma un cenobio che traduceva, nelle sue strutture e decorazioni, la piena consapevolezza dei gusti stilistici ed architettonici del periodo, avvicinando la fabbrica corana ad episodi similari, contemporanei, osservabili in area lombarda.

Chiostro


Santa Monica e Sant'Ambrogio- Lunetta del chiostro

Se il chiostro con i suoi affreschi esprime ariosità ed  un pieno equilibrio architettonico con le sue arcate a tutto sesto, è nella sovrastante loggia che si palesa la peculiarità di quest'area. Aperta su tre lati ed anch'essa scandita dalla ritmicità dell'arco a tutto sesto, qui trova piena espressione l'estro del maestro che vi realizzò i capitelli, tal Antonio da Como, come si evince dal nome apposto alla base di una delle colonne.


Firma del maestro Antonio da Como

I trentasei capitelli della loggia, ognuno diverso dall'altro, alternano a figure antropomorfe, zoomorfe e floreali, figure di santi e maschere demoniache, immagini ammonitive e richiami al potere secolare, espressi dagli stemmi del cardinale d'Estouteville, il tutto espresso con squisito equilibrio plastico.

Loggia, capitello con busto di S. Agostino

Loggia, capitello con busto di S. Monica in preghiera

Loggia, capitello con putto reggi stemma


Oggi, negli ambienti che componevano gli spazi conventuali sono esposti in prevalenza materiali archeologici frutto di scavi effettuati in zona, che spaziano dai reperti d'arte classica ai ritrovamenti di ceramiche invetriate e dipinte di datazione medievale.
Il complesso di Sant'Oliva, nella sua interezza rappresenta una realtà stimolante per chi non solo è alla ricerca di esperienze culturali al di fuori dalle rotte turistiche abituali ma principalmente per chi ha vivo interesse nel prendere coscienza della storia del territorio nelle sue molteplici sfaccettature.


Stemma di Cori. Chiostro di S.Oliva

Testi di riferimento
D. Palombi, P.F. Pistilli (a cura di)- Il complesso monumentale di S.Oliva a Cori- L'età romana, medievale, rinascimentale e moderna. Biblioteca Egidiana Tolentino 2008.
D. Palombi (a cura di)- Cori. La città come museo. Edizioni Teameia Cultura.
Publio Virgilio Marone- Eneide.

Museo di Cori
Tel/fax  0696617243










 


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