sabato 19 dicembre 2015

Lo scrigno della Rocca Albornoz di Spoleto

Arrivando a Spoleto la prima cosa che cattura l'attenzione del viaggiatore è, senza dubbio, la Rocca Albornoz, simbolo e baluardo della cittadina, posta sulla sommità del colle sant'Elia. 
Fino a qualche tempo fa chi avesse avuto l'intenzione di visitare il bastione era costretto ad armarsi di pazienza ( ed un discreto livello di preparazione fisica...) per affrontare le stradine che s'inerpicavano verso la Rocca. Oggi, invece, dalla parte bassa di Spoleto è possibile raggiungere la fortezza grazie ad un comodissimo sistema di scale mobili che, in pochi minuti, condurrà il visitatore a destinazione.
Giunti in vetta non si potrà non dedicare del tempo alla contemplazione del panorama che offre la possibilità di abbracciare, con un unico sguardo, il centro storico e la valle sottostante.
La visita della Rocca ha inizio seguendo il percorso che la circonda percorrendo il quale si avrà la percezione delle sue imponenti dimensioni.










Torri, cortili d'onore, opere d'arte, una storia fatta di personaggi illustri e leggendari - basti ricordare che le sale della rocca ospitarono la figura discussa e controversa di Lucrezia Borgia che fu governatrice di Spoleto dal 1499 al 1502- fatti che contribuiscono a creare un'atmosfera suggestiva intorno a chi ne varca la soglia. 
La Camera Pinta, nella Torre Maestra, è sicuramente uno di quei luoghi in cui è più percepibile il salto nel tempo. La sala affrescata, divisa in due aree da un arco centrale - probabilmente usate come camera da letto e studiolo -  sarebbe databile ai tempi del governatore Marino Tomacelli (1392-1416), sotto il quale doveva apparire completamente rivestita con cicli cavallereschi e scene d'amor cortese. Oggi purtroppo parte del ciclo è andato irrimediabilmente perduto, ma le tracce superstiti contribuiscono a rendere il fasto che doveva regnare in questo luogo.







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