Viaggiando sull'Appia in direzione Benevento, attraversando la valle Caudina, ad un tratto l'attenzione del viaggiatore viene catturata dal castello di Montesarchio.
Seguendo il percorso di stradine serpeggianti fra le case del paese, in pochi minuti d'auto, si raggiunge la sommità, dove, su di uno spiazzo panoramico, si affacciano il castello e la scenografica torre, risalente al XII sec.
L'edificazione del castello, sede dal 1994 del Museo Archeologico del Sannio Caudino, rientrerebbe nel piano di fortificazioni difensive promosso dai principi longobardi di Benevento, tra il VII e l' VIII sec. Occupato e poi distrutto dai Normanni di Ruggero II, ristrutturato per volere di Federico II di Svevia, teatro della sconfitta angioina per opera di Alfonso d'Aragona e riedificato secondo caratteristiche edilizie, tutt'oggi osservabili, sotto il dominio aragonese, il sito di Montesarchio ha una storia costellata di episodi e personaggi degni di nota.
I principi d'Avalos l'ottennero in feudo conservandolo fino al 1806, anno in cui rientrò nei possessi del demanio regio.
La sua storia però non era destinata ancora ad esaurirsi. Nel 1830 veniva trasformato in carcere regio dall'amministrazione borbonica, destinazione che avrebbe mantenuto fino al secondo conflitto mondiale.
Oggi il castello ospita i reperti delle campagne di scavo condotte nell'area dell'antica Caudium: sepolture accompagnate da arredi funerari risalenti al VII-VI sec. a.C, ceramiche di tipo Askos, dal forte connotato simbolico, ceramica precristiana locale e d'importazione compongono l'allestimento fisso ospitato nelle sale.
Nel settembre 2013 ha preso il via, nelle vecchie celle del carcere, la mostra "Rosso Immaginario. Il racconto dei vasi di Caudium". Grazie all'utilizzo di tecnologie multimediali, il museo offre al pubblico la possibilità di ammirare e comprendere i "crateri di Caudium", la loro storia ed i racconti raffigurati. Gli dei dell'Olimpo, gli eroi mitologici diventano protagonisti di un percorso suggestivo fatto di mito, arte e storia.
La mostra avrebbe dovuto concludersi nel settembre del 2014, ma il favore del pubblico e l'interesse dimostrato dagli enti locali hanno permesso all'allestimento di permanere tutt'ora.
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