sabato 16 gennaio 2016

Monterano. L'eco del passato



Esistono luoghi persi nella memoria, sospesi nel tempo, luoghi che sembrano il fermoimmagine  di una vecchia pellicola cinematografica, circondati di un fascino fatto di storia, di echi del passato...
Monterano è uno di quelli.
Una storia che affonda le radici nel medioevo ed ancora più indietro, Monterano, per secoli legato a Roma e alla storia delle sue illustri famiglie, andò spopolandosi intorno al XVII secolo, per poi subire un totale abbandono a seguito delle devastazioni operate dalle truppe francesi nel 1799.
Posto nel territorio di Canale Monterano, a pochi chilometri da Roma, l'antico feudo è raggiungibile percorrendo tracciati campestri e ricorrendo alle indicazioni degli abitanti del luogo, senza il cui aiuto si vagherebbe fra campi e pascoli. 
Giunti all'ingresso della Riserva Naturale di Monterano, inizia la visita al sito che offre testimonianza dell'antico abitato custodito da boschi, solfatare, cullato dallo scorrere delle acque del fiume Mignone.


                                          


Il percorso si snoda attraverso gli edifici storici del feudo, medioevo e barocco convivono fondendosi ed offrendo una realtà che vede protagonisti i resti della cattedrale di S. Maria Assunta e la chiesa di S. Rocco, uno degli ultimi edifici ad essere abbandonati.




Il Palazzo Ducale, posto sulla sommità dell'altura e che incorpora i resti dell'antica torre medievale, presenta una facciata commissionata dalla nobile famiglia romana degli Altieri a Gian Lorenzo Bernini. L'artista non progettò solo la scenografica roccia basamentale ed il gioco di arcate dell'edificio, ma l'arricchì con una fontana, le cui acque sgorgavano dalla zampata di un maestoso leone. L'antico marmo è ora conservato al palazzo comunale di Canale Monterano sostituito da una copia.


 


Lo spettacolo più suggestivo di questo luogo è dato dalla chiesa di S. Bonaventura, con i ruderi del suo convento. Affacciata su di uno spiazzo e circondata dal panorama fatto di monti e valli, 
S. Bonaventura conserva purtroppo ben poco di quello che doveva essere il suo apparato decorativo. 
La sua edificazione fu eseguita da Mattia De' Rossi su progetto del Bernini, ma come appariva nel '600 può essere solo immaginato: il tempo e le devastazioni hanno lasciato un edificio privo di copertura, dove architettura e natura convivono in una simbiosi che da vita ad ambienti carichi di fascino, capaci di giustificare l'interesse che molti registi hanno dimostrato per questo sito.



Catturati dal fascino delle sue vicende, la scoperta di Monterano prosegue seguendo i sentieri che discendono fino alla solfatara, dove si presenta uno spettacolo totalmente diverso ma non meno coinvolgente, riappropriandosi del tempo che qui scorre lento seguendo i cicli della natura e lo spettacolo che essa offre...

   




         


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